Bisfenolo, ftalati & C.

Alcuni anni fa Roger Morrison ha pubblicato il libro “Carbonio, rimedi organici e idrocarbonici in Omeopatia”; una raccolta di numerosi rimedi omeopatici accomunati dalla caratteristica di incorporare nella loro struttura chimica uno o più atomi di carbonio. Le sostanze da cui derivano questi rimedi omeopatici appartengono ai gruppi dei derivati del petrolio, delle biomolecole, delle molecole di sintesi, ecc.
Al termine del libro il Dr. Morrison individua alcuni gruppi di sostanze per le quali non esiste ancora sperimentazione e studio in ambito omeopatico, ma che potrebbero rivelarsi utili nella pratica clinica del medico, in quanto sono sostanze chimiche abbondantemente presenti nell’ambiente attuale in cui viviamo e per molte di esse esiste già una rilevante letteratura che ne evidenzia la tossicità e patogenicità negli organismi viventi e negli esseri umani in particolare.

Molte sono le sostanze chimiche sospette o chiaramente patogene per gli esseri viventi; per elencarne alcune:

  1. bisfenolo A (BPA)
  2. ftalati
  3. ritardanti di fiamma
  4. pesticidi

Numerosi studi scientifici sperimentali su animali (purtroppo è molto utilizzato lo studio su animali da esperimento) e studi osservazionali sugli umani evidenziano il rischio patogeno di queste sostanze in diversi ambiti della salute:

disturbi del comportamento, dell’attenzione, ADHD, autismo, asma, allergie, disturbi endocrini e della fertilità, malformazioni congenite, ecc.

Un sito di facile consultazione, ma allo stesso tempo contenente molte informazioni utili per “addetti ai lavori” è (in inglese) TEDX, the endocrine disruption exchange

La cattiva notizia è che le sostanze chimiche in questione sono ormai pressoché ubiquitarie e tutti ne siamo in varia misura esposti. Prendiamo ad esempio il Bisfenolo A (una sostanza chimica di sintesi con effetti estrogeno-simili), è presente in: biberon, bottiglie di plastica, lenti degli occhiali, dispositivi medicali, giocattoli, CD, telefoni cellulari, prodotti elettronici, equipaggiamenti di sicurezza in ambito sportivo, aeroplani, automobili. Resine epossidiche contenenti il Bisfenolo sono utilizzate per il rivestimento interno delle lattine  per le bevande o le scatolette degli alimenti, nelle paste per sigillare i denti, nei ritardanti di fiamma, ecc.

Da studi su campioni di individui americani risulta che più del 90% degli esaminati contiene nel proprio organismo molte di queste sostanze chimiche. La questione importante da definire è quale sia la concentrazione tossica o potenzialmente rischiosa per la salute; su questo punto è acceso il dibattito.

Negli Stati Uniti sono disponibili test, sull’urina e probabilmente anche sul sangue, che rilevano le quantità delle sostanze chimiche di sintesi industriale presenti nell’organismo.
Ad oggi non sono riuscito a trovare in Italia un Laboratorio che esegua questo tipo di analisi quantitativa. Al momento l’unica possibilità di valutazione da me conosciuta e disponibile sono i test bioelettronici tipo Vegatest, che possono dare una risposta qualitativa, tipo presenza/assenza delle singole sostanze esaminate.

La buona notizia è che studi scientifici controllati e l’esperienza clinica mostrano che le sostanze chimiche di cui l’organismo appare intossicato o che sono sospettate di concorrere al manifestarsi di una patologia, possono essere eliminate somministrandole nella forma diluita/dinamizzata propria del rimedio omeopatico.

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